Cinquefrondi

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Cinquefrondi (Cincufrùndi anche Cincrùndi in calabrese[2]) è un comune italiano di 6.509 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria. Si trova ai confini della piana di Palmi[3], a un’altitudine di 256 m s.l.m., e dista circa 70 km da Catanzaro e 50 km da Reggio Calabria. Il suo territorio ricade in quello del Parco nazionale dell’Aspromonte.

Fu distrutta dal terremoto del 1783.

Crea una conurbazione con il comune di Polistena[4].

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Michele Sarconi, il nome deriverebbe dalle 5 torri che cingevano la fortificazione difensiva.[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Storia delle ‘ndrine di Polistena.

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

« Dice Proclo, che dopo Altano e Morgeto, i Locresi edificarono un Castelletto, il qual hoggi noi chiamiamo Cinquefrondi: Proclo dunque collocando Morgeto tra Altano, e Cinquefrondi. »
(Girolamo Marafioti, Croniche, et antichita di Calabria pag. 113, Padova, Ad instanza de gl’Uniti, 1601.[6])

Le origini del sito sono descritte soltanto da fonti di tradizione orale e per lo più leggendarie[7], le quali parrebbero indicare che prima dell’insediamento urbano, all’epoca della Magna Grecia, nacquero due templi pagani , mentre la cittadina sarebbe sorta dopo, già in era cristiana[7]. Uno dei templi era dedicato alle Muse[8][9], sui resti dell’altro sarebbe invece sorta, secoli dopo, l’attuale chiesa del SS. Rosario[10][11].

Il tempio delle Muse diede anche il nome, per un certo periodo, alla cittadina, chiamata infatti in latino Templum Musarum[12].

Il monastero[modifica | modifica wikitesto]

Intorno al IV secolo fu eretto un monastero di monaci basiliani che, abbandonato nel VII secolo, fu in seguito riutilizzato episodicamente sino al 1783 quando il terremoto lo distrusse, radendo al suolo la città[7]. Il monastero dovette essere verosimilmente intitolato a San Filippo d’Argirò, nome con cui è noto oggi e al quale erano intitolati altri edifici analoghi a Pellaro e a Gerace[13] e il Fiore riferisce che nel 1436 sarebbe stato ristrutturato da Franca d’Anoja […] con breve di papa Eugenio IV[14]. La stessa fonte soggiunge che assunse il nuovo titolo di San Filippo e San Giacomo, passando ai Riformati nel 1596[14].

Età feudale[modifica | modifica wikitesto]

Nel XIV secolo Cinquefrondi faceva parte del feudo di Anoia comprendente le vicine Grotteria, Maropoati, Tritanti, Galatro e Plaesano, ed assegnato alla famiglia Caracciolo[13]. Nel XVII secolo è attestato l’uso del titolo di marchese di Cinquefrondi[15], che in quel periodo era della famiglia Pescara[5]. La famiglia Giffone, che ottenne il titolo di Marchese di Cinquefrondi nel 1611, nel 1580 aveva fondato (con facoltà di papa Gregorio XIII) il monastero dei Padri osservanti francescani e nel 1695 la chiesa di Santa Maria del Soccorso.

Nel 1703 fu data alle stampe una pubblicazione storica che raccoglieva informazioni sulla città a partire dalle sue origini[16].

Dal sisma del 1783 a oggi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1783 si ebbe la distruzione del paese ad opera del terremoto. Più fonti tramandano che il casale di Giffuni perì[5] e il torrente Giffuni scomparve, mentre apparve un laghetto[17].

Nel XIX secolo la città faceva parte della diocesi di Mileto[5].

Nel 1899 lasciò il paese l’anarchico Giuseppe Condò, il quale emigrò per l’Argentina ove assunse il nome di Josè Martine; qui, nel 1903, prese parte ai tumulti legati alla proclamazione dello stato d’assedio e in tale circostanza ebbe a pugnalare un poliziotto. Fu riconosciuto insano di mente e avviato verso un manicomio criminale, dal quale fuggì per rimpatriare in Calabria. Tornò in Argentina poco dopo, ma nel 1911 fu accusato di fabbricazione di materie esplodenti, processato, riconosciuto innocente, ma espulso. Tornato di nuovo a Cinquefrondi, nel 1913 ne ripartì clandestinamente (non avendo passaporto) stavolta in direzione di New York, ove riprese la militanza anarchica[18].

Nel 1921 l’archeologo Vincenzo De Cristo (originario di Cittanova), forse su indicazione di Paolo Orsi (che ne aveva suggerito la nomina a regio ispettore onorario di Scavi e Monumenti[19]), intraprese operazioni di escavo[20].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[21]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La religione più diffusa è quella cattolica di rito romano. La città fa parte della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi e del vicariato di Polistena. Il territorio comunale attualmente appartiene ad un’unica parrocchia, intitolata a San Michele Arcangelo.[22]

Sempre in ambito del cattolicesimo sono presenti a Cinquefrondi due istituti religiosi femminili, composti dalle Suore Missionarie del Catechismo e dalla Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista[23], oltre a due congregazioni laiche, l’Arciconfraternita di Nostra Signora del Monte Carmelo e la Confraternita del Santissimo Rosario[24].

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Festa patronale di San Michele arcangelo

È la festa del patrono di Cinquefrondi e si tiene insieme ad una fiera che dura tre giorni e occupa il centro cittadino. La parte religiosa della festa comprende la processione al seguito della statua della Vittoria dell’arcangelo Michele su Satana, opera di Vincenzo Scrivo.

Festa di San Rocco

La ricorrenza cade la seconda domenica del mese di settembre, ed è preceduta da una novena. Durante la novena i bambini vanno questuando con vassoi istoiati con icone del santo, per sollecitare offerte con cui si finanzia lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Tradizionalmente, sui marciapiedi e negli spazi antistanti le case si realizzano i cosiddetti “deserti”, consistenti in sorta di ripari di tavole e pali che hanno un rivestimento interno fatto di canne intrecciate con piante di fiume; nei “deserti”, cioè all’interno degli spazi così delimitati, si raffigurano alcune tappe di rilievo della vita di san Rocco (il ritiro in una grotta, la sorgente miracolosa, la cura degli appestati, il carcere, la chiesa). Talora i bambini vi figurano vestiti da carcerati o da ammalati. Si tiene anche una processione in cui alcuni fra i partecipanti hanno il capo coperto dai “pajjaredi” (o “spinati”), che consistono in campane di spine, a forma di pagliaio; questi fedeli seguono il percorso a piedi scalzi.

Persone legate a Cinquefrondi[modifica | modifica wikitesto]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Cinquefrondi è stato uno dei capilinea della ferrovia delle cosiddette linee taurensi, che la congiungevano a Gioia Tauro, Palmi e Sinopoli[25].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Sindaco[26] di Cinquefrondi dal 1º giugno 2015 è Michele Conia Lista civica Rinascita[27].

Il comune è compreso nel Circondario di Palmi[28].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat – Popolazione residente al 30 novembre 2016.
  2. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 209.
  3. ^ Dati su Cinquefrondi nell’Enciclopedia Treccani
  4. ^ La conurbazione tra Cinquefrondi e Polistena
  5. ^ a b c d Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue isole, Supplemento al volume undecimo di Corografia fisica, storica e statistica del Regno delle Due Sicilie, Firenze, 1845
  6. ^ Girolamo Marafioti pag. 113,Padova, Ad instanza de gl’Uniti, 1601. Ristampa anastatica: editore Arnaldo Forni, 1975 e 1981. Consultabile on line in Google Libri
  7. ^ a b c Francesco Gerace, Cinquefrondi – Storie e leggende – sul sito del comune di Cinquefrondi
  8. ^ ProcloEpitome de oraculis (opera perduta).
  9. ^ Pasquale Scaglione (1808-1880), Storie di Locri e Gerace.
  10. ^ Scaglione pag.10
  11. ^ Floccari pag.26
  12. ^ Christian Vannozzi, Un crocevia tra Ionio e Tirreno – Cinquefrondi, “cuore” di Reggio Calabria, su instoria.it
  13. ^ a b Enzo D’Agostino, Da Locri a Gerace: storia di una diocesi della Calabria bizantina dalle origini al 1480, Rubbettino, 2004 – ISBN 8849811586
  14. ^ a b Giovanni Fiore, Della Calabria illustrata (opera accresciuta nel 1743 da Fra Domenico da Badolato), tomo secondo, Stamperia Roselli, Napoli, 1743
  15. ^ Francesco Capecelatro, Angelo Granito (a cura di), Diario di Francesco Capecelatro contenente la storia delle cose avvenute nel reame di Napoli negli anni 1647-1650, volume 2, Editore G. Nobile, 1852
  16. ^ Francesco Ruffo, Discorso della famiglia Giffone de’ marchesi di Cinquefondi con le notizie della sua prima origine, e delle sue discendenze, Napoli, 1703
  17. ^ Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del regno di Napoli, tomo IV, Napoli presso Vincenzo Manfredi, 1802
  18. ^ Amelia Paparazzo, Calabresi sovversivi nel mondo: l’esodo, l’impegno politico, le lotte degli emigrati in terra straniera – 1880-1940, Rubbettino Editore, 2004 – ISBN 8849809611
  19. ^ Arturo Zito de Leonardis, Cittanova di Curtuladi, Cosenza, Tip. MIT, 1986
  20. ^ Edicoladipinuccio sito archeologico
  21. ^ Statistiche I.Stat – ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
  22. ^ Parrocchia San Michele A. – Cinquefrondi
  23. ^ Istituti religiosi femminili della diocesi
  24. ^ Altri organismi altri organismi della diocesi
  25. ^ Nicola Caracciolo (a cura di), Italia Nostra 449/2009, Gangemi Editore – ISBN 8849268483
  26. ^ I sindaci di Cinquefrondi dal 1946 a oggi – Edicola di …
  27. ^ strettoweb, Elezioni Comunali Cinquefrondi: Michele Conia eletto sindaco
  28. ^ Circondario di Palmi sul sito della provincia, provincia.reggio-calabria.it. URL consultato il 02-05-2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rosanna Giovinazzo, Storia di Cinquefrondi, La Calabria sconosciuta, gennaio-marzo 2007.
  • Simonetta Valtieri, Stages di restauro a Cinquefrondi, Oppido Vecchia e Roccabernarda, ricerca e formazione a servizio del territorio, Ce.Re.Re. Aprile 2002.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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