Cosoleto

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Cosoleto (Cosalìtu in calabrese[2]) è un comune italiano di 865 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria; si trova 60 km a Nord Est del capoluogo.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

È situato nella fascia di colline pre-aspromontane che coronano la piana di Gioia Tauro, sul cui paesaggio si affaccia. La sua economia è prevalentemente agricola, basata sulla coltura dell’ulivo (varietà Sinopolese e Ottobratica, i cui boschi secolari di alte piante (spesso superano i 20 metri) ricoprono le pendici collinari e caratterizzano il paesaggio del territorio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cosoleto, detto anche “Cusuleto” o “Cosalitu”, fu dato in feudo nel 1467 da Ferrante I alla famiglia Clever, poi confluita nella famiglia dei baroni Spinelli. Nel 1566 il feudo fu venduto dagli Spinelli alla famiglia dei principi Ruffo, che lo mantennero fino al 1639, anno in cui fu venduto alla famiglia dei Francoperta[3]. Nel 1703, con la morte del principe Giuseppe, si estinse la linea maschile dei feudatari Francoperta[4]. Il feudo passò sotto la famiglia dei Tranfo.

La storia di Sitizano fu invece legata da tempi innemorabili, in qualità di casale, a quella di Santa Cristina, feudo prima della Conti Ruffo di Sinopoli e successivamente, dal 1495, dei Conti Spinelli. Se ne staccò nel periodo 1666 – 1670, anche se gli Spinelli pervennero a venderlo come feudo alla famiglia Taccone solo nel 1648, a seguito del quale la famiglia Taccone assunse il titolo di Marchesi di Sitizano.[5]

L’intero territorio fu molto condizionato dalla dominazione bizantina e, fino alla fine del XVI secolo, era di lingua e cultura greca e professava il rito greco-ortodosso.[6]

Nel 1783 un terremoto catastrofico rase al suolo Cosoleto, assieme a molti alti centri della fascia tirrenica[7]. Il terremoto distrusse il vecchio castello e il Monastero, fondato da padre Beneventura, cui era annessa la Chiesa di San Nicolò. I cittadini, sostenuti dai Principi Tranfo, lo ricostruirono in un luogo sicuro e riparato, appunto su di una collina. Divenne comune nel 1806.[8]

Nel primo, ma soprattutto a partire dal secondo dopoguerra ha subito un forte flusso migratorio della sua popolazione, con un forte declino del numero di abitanti.

Monumenti e luoghi d’interesse[modifica | modifica wikitesto]

Vista da Cosoleto sulla Piana di Gioia Tauro.

Villa Marchesi Taccone a Sitizano di Cosoleto (RC)

Foreste di Ulivi a Cosoleto (RC)

Santuario San Rocco ad Acquaro di Cosoleto

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La religione più diffusa è quella cattolica di rito romano. Il comune fa parte della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi e del vicariato di Palmi. Il territorio comunale è attualmente suddiviso in due parrocchie, quella intitolata a Santa Domenica (a Sitizano)[10] e quella dedicata a Santa Maria delle Grazie.[11]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Sono numerose le tradizioni di Cosoleto, soprattutto legate a festeggiamenti religiosi. La più importante di esse è la festa di San Rocco, celebrata il 16 agosto nella frazione di Acquaro, con solenne processione della statua del santo per le vie del paese, meta di pellegrinaggi di fedeli provenienti da tutta la piana. L’elenco completo delle celebrazioni cattoliche che vengono svolte durante l’anno, nel territorio comunale, è il seguente:

  • Festa di San Sebastiano, patrono di Cosoleto, 20 gennaio;[12]
  • Festa di Maria Santissima del Carmelo, prima domenica di maggio, nella frazione di Sitizano;[12]
  • Festa di Santa Domenica, 26 maggio, nella frazione di Sitizano;[12]
  • Festa di Maria Santissima delle Grazie e di Maria Santissima degli Angeli, prima domenica di agosto;[12]
  • Festa di San Rocco, 16 agosto, nella frazione di Acquaro.[12]

Persone legate a Cosoleto[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco TacconeMarchese di Sitizano, nato a Sitizano il 16 agosto 1762, da Giuseppe e Isabella Capialbi, e morto a Napoli il 28 ottobre 1818. Sotto il regno di Ferdinando IV di Napoli, fu Questore, ossia Tesoriere Maggiore del Regno di Napoli e Presidente della Regia Camera. In tale carica, ebbe un importante ruolo nella ricostruzione succeduta al terremoto del 1783.[13] È anche citato da Alexandre Dumas nel libro Borboni di Napoli (1862)[14]
  • Rocco Carbone, originario di Cosoleto nasce a Reggio Calabria nel 1962 e muore a Roma il 17 luglio 2008. Critico letterario e scrittore, dopo la laurea in lettere a Roma presso l’Università degli Studi La Sapienza e il Dottorato di Ricerca presso l’Università Sorbona di Parigi nel 1993 esordisce con il romanzo Agosto. Nel 1996 pubblica Il comando, seguito nel 1998 da L’Assedio, nel 2002 da L’Apparizione e nel 2005 da Libera i miei nemici. Pubblica articoli e racconti sulle riviste Nuovi ArgomentiLinea d’ombraParagone e L’indice. Collabora a La RepubblicaL’UnitàIl Messaggero. A pochi mesi dall’uscita del suo ultimo lavoro, dal titolo provvisorio Per il tuo bene, muore in un incidente stradale.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Le frazioni di Cosoleto sono:

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nino Lionello, Cosoleto e la sua storia. Un comune aspromontano, Laruffa editore, 1989, ISBN 88-7221-014-3.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]