Palizzi

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Palizzi è un comune italiano di 2.259 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Centro agricolo del versante meridionale dell’Aspromonte, situato sul fianco destro della media valle della fiumara omonima, tra il monte Grappida (682 m) e il monte Carruso (619 m). L’abitato si raggruppa ai piedi di uno spuntone roccioso coronato dai resti di un castello. Il suo territorio comprende le quattro frazioni di:

  • Palizzi Marina, dove si trova il punto più meridionale della penisola italiana
  • Palizzi Superiore
  • Pietrapennata, posta a 673 metri s.l.m. sull’Aspromonte meridionale
  • Spropoli, ad ovest del Capo Spartivento

Nonché la località abitata di Contrada Gruda, situata sul litorale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Tra i siti paleolitici più antichi d’Europa, villaggio esteso con continuità abitativa risalente a 800 000 anni[senza fonte] fa, e Monte Gunì – vi sono similitudini col sito di Caselle di Maida. Rinvenimenti sporadici di punte musteriane di 30 000 anni fa.

Per il neolitico sono moltissimi i siti della facies culturale detta di Steninello, con produzione litica e ceramica di pregevole valore artistico decorata con rombi e losanghe. Presenti diversi siti del neolitico medio e finale. L’età del rame e della prima età del bronzo sono oltremodo presenti con originalìtà culturali che dovranno essere studiate.

Dalla fine del VII secolo a.C. Palizzi ha avuto un ruolo importante in quanto confine tra il territorio di Reggio e Locri. Negli ultimi tempi il confine è stato accettato grazie al lavoro dell’archeologo onorario S. Stranges, che ha rilevato nel corso di un ventennio una fitte rete di siti di entrambe le appartenenze, definendo con chiarezza la netta linea di demarcazione tra i territori delle due grandi e antiche repubbliche.

Ricordato solo nel XV secolo come feudo dei Ruffo, fu in seguito dei d’Aragona d’Ayerbe, dai quali passò ai Colonna nel 1580. Nel 1654 entrava nel dominio degli Arduino, i quali nel 1662 ottenevano il titolo di principe; in ultimo (17841806) fu dei De Blasio cui veniva concesso il titolo di barone.

La parrocchiale ha subito nel 1960 un rifacimento quasi completo: sussiste l’abside sinistra, elemento di grande importanza, consistente in uno spazio quadrato, racchiuso entro una sorta di torre in miniatura pure quadrata e coronato da una cupola che all’interno rivela la sua origine medievale. La chiesa possiede inoltre una statua di Sant’Anna, difficilmente databile per il suo stile arcaico, ma probabilmente del ‘500.

Il castello di origini medievali, fu rifatto come palazzo in grandiose e semplici forme nel ‘600. Molto pittoresco è anche il centro di Pietrapennata, di carattere alpestre; la chiesa di origine medievale (basiliana), ma rifatta nei secoli XV-XVI, conserva la Madonna dell’Alica, statua di marmo alabastrino del ‘500.

La tesi su quale delle fiumare del versante jonico reggino fosse il fiume Alece (o Alice, dal greco ΑλήξHalex, “salato”) – confine naturale tra le due polis magnogreche di Reggio e Locri Epizefiri – è dibattuta da tempo. Alcuni studiosi ritengono fosse l’Amendolea, altri la Fiumara di Palizzi. L’importanza strategica del confine naturale era enorme, poiché divideva le due più importanti città magnogreche della zona. Dopo molti scontri le due città stabilirono tacitamente il loro confine proprio sul corso d’acqua.

Dice a tal proposito il geografo greco Strabone (I secolo a.C.):

« Il fiume Alece, che divide il territorio di Rhegion dalla Locride passando attraverso una profonda valle, ha questa particolarità riguardo alle cicale: quelle sulla riva locrese cantano, mentre quelle sull’altra riva non hanno voce. Si congettura che ciò ne sia la causa: le seconde si troverebbero in un luogo ombroso, cosicché le loro membrane sarebbero sempre umide e non si distenderebbero mai; le prime, invece, stando in un luogo soleggiato, avrebbero le membrane asciutte e simili al corno, così da essere ben adatte ad emettere il suono. »
(StraboneGeografia, VI, I, 8)

Monumenti e luoghi d’interesse[modifica | modifica wikitesto]

Il castello[modifica | modifica wikitesto]

Il Castello domina Palizzi Superiore elevandosi su una mastodontica rocca. È stato dichiarato Monumento Nazionale dal Ministero ai Beni culturali. Non si hanno notizie certe relative alla data di costruzione dell’edificio, ma su una lapide posta all’ingresso si legge in latino che nel 1580 era “cadente per vecchiaia”. Nel 1751 venne ricostruito dalla famiglia Colonna. Nel 1866 fu ristrutturato e ampliato per volontà del barone Tiberio de Blasio. Nel 1943 Carlo de Blasio vi si rifugiò, quando Reggio venne bombardata dagli anglo-americani. Da un certificato del Mastro d’atti di Palizzi, Saverio Grimaldi, risulta che nel 1751 il castello era cinto da mura con due torrioni. All’interno c’era una grande scala con una sola finestra, la cucina “con sua ciminera focolare”, una camera con soffitto di tavole rotto, “un’antecamera anche rustica insuffitata di tavole”, una serie di altre stanze, magazzini e cantine. Ancora visibili i muri perimetrali (su cui si notano una serie di finestre ogivali), parte della mura di cinta e una torre illuminata da due finestre ogivali. All’interno lo stemma dei Colonna e, scavate nella viva roccia, le carceri.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[2]

Persone legate a Palizzi[modifica | modifica wikitesto]

Palizzi diede i natali ai fratelli Misefari: Bruno (anarchico, filosofo, poeta e matematico), Enzo (storico, intellettuale e parlamentare del Partito Comunista Italiano) e Ottavio (calciatore reggino tra i più conosciuti nei primi anni del secolo; giocò nella Reggina e nel Messina).

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Le frazioni sono: Palizzi Marina (1.906 abitanti), Palizzi Superiore (301 abitanti), Pietrapennata (112 abitanti), Spropoli (276 abitanti) (in greco-calabro: Pròpoli).

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Nella parte alta del territorio comunale è in uso presso alcune famiglie confezionare tessuti di fibre di ginestra con telai propri. Vi è una distilleria di essenze di bergamotto e gelsomino. Una cava di marmo per usi ornamentali è sul territorio. Praticata anche la pesca e la pastorizia.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2015 è stata inaugurata, in via Murrotto nella frazione di Palizzi Marina, una targa con scritto “Comune di Palizzi, arrivederci dal Lungomare più corto d’Italia”.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat – Popolazione residente al 30 novembre 2012.
  2. ^ Statistiche I.Stat – ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
  3. ^ Città del Sole Edizioni – Il tenente di Palizzi, su cdse.it. URL consultato il 4 novembre 2016.
  4. ^ Reggio, incontro con l’architetto Laganà: autore del volume “Apprezzo dello Stato, su strettoweb.com, 3 gennaio 2015. URL consultato il 4 novembre 2016.
  5. ^ Palizzi, targa sul Lungomare più corto d’Italia – Ntacalabria.it, in Ntacalabria.it, 10 agosto 2015. URL consultato il 02 aprile 2017.

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