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Pazzano (/paʦ’ʦano/, Pazzanu in dialetto calabrese) è un comune italiano di 547 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria.
È, per numero di abitanti, il paese più piccolo della Vallata dello Stilaro. Nel periodo borbonico fu importante per essere il principale centro minerario di estrazione del ferro di tutto il Mezzogiorno.
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
Territorio[modifica | modifica wikitesto]
Ha una superficie di 15,48 km² con una densità di 46,3 abitanti/km². Si trova nella Vallata dello Stilaro tra il Monte Consolino e Monte Stella (il quale rientra nel territorio comunale) a un’altezza di 460 m s.l.m. L’escursione altimetrica è di 876 m con una minima di 216 m e una massima di 1092 m. La zona è classificata ad alta sismicità.
Clima[modifica | modifica wikitesto]
Dal punto di vista climatico ricade nella zona climatica D secondo la Classificazione climatica, i gradi-giorno sono 1511 e perciò il limite massimo consentito per l’accensione dei riscaldamenti è di 12 ore giornaliere dal 1º novembre al 15 aprile[2].
Di seguito vengono riportati i dati climatici delle medie mensili riferite agli ultimi 30 anni.[3].
PAZZANO | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media(°C) | 15,0 | 15,0 | 17,0 | 19,0 | 24,0 | 28,0 | 31,0 | 31,0 | 28,0 | 24,0 | 20,0 | 17,0 | 15,7 | 20,0 | 30,0 | 24,0 | 22,4 |
T. min. media(°C) | 8,0 | 8,0 | 9,0 | 11,0 | 15,0 | 18,0 | 22,0 | 22,0 | 19,0 | 16,0 | 12,0 | 10,0 | 8,7 | 11,7 | 20,7 | 15,7 | 14,2 |
Precipitazioni(mm) | 63,0 | 52,0 | 43,0 | 31,0 | 17,0 | 9,0 | 6,0 | 9,0 | 29,0 | 53,0 | 63,0 | 59,0 | 174,0 | 91,0 | 24,0 | 145,0 | 434,0 |
Umidità relativa media (%) | 72 | 71 | 69 | 68 | 67 | 66 | 64 | 67 | 70 | 72 | 71 | 72 | 71,7 | 68 | 65,7 | 71 | 69,1 |
Idrografia[modifica | modifica wikitesto]
Nel territorio del comune di Pazzano nascono il torrente Stilaro, dal quale prende il nome tutta la vallata, e un suo affluente, il Melodare (in dialetto Mardari, in un documento del 1094 conosciuto come Merdate). Lungo il suo corso rimangono i resti dell’industria siderurgica calabrese, una serie di mulini: il Mulino do regnante, Gargano, Poteda1, Poteda 2, Mastru Cicciu e Midia. Sono tutti mulini di tipo greco. Sono presenti delle sorgenti, denominate ” Femmina Morta“, “Fonte dello Schioppo” e Carcareda.
Flora e fauna[modifica | modifica wikitesto]
- La vegetazione tipica è la macchia mediterranea: castagni, lecci, pini, querce e faggi; nelle zone più degradate domina la gariga con l’ampelodesmo come graminacea dominante.
- La fauna era, un tempo, rappresentata da uccelli come coturnici, merli, tordi, beccacce, colombacci, tortore, quaglie, mentre i passeriformi:passero, passero solitario, averle, cince, usignoli, capinere, zigoli sono comuni nelle campagne. I rapaci più diffusi: corvi imperiali, gheppi, poiane, e di notte diffonde il suo canto suggestivo l’assiolo (in dialetto pazzanese: Jhiò).
Mammiferi: lepri, volpi, ghiri, cinghiali, donnole, faine, martore. Nei corsi d’acqua vi è la presenza di trote, mentre si ricorda, in tempi meno siccitosi, la presenza delle anguille che risalivano dal mare lo Stilaro per riprodursi nella parte alta del torrente.
Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]
Il nome del paese in passato viene citato in diversi documenti, e si attestano in particolare il nome volgare “Pazzano” e quello latino di “Patianum”.
Nel ‘700 viene menzionato in tre testi: nel terzo libro di Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae di Johann Georg Graeve, in “De antiquitate et Situ Calabriae” del 1704: “In hoc agro pagi sunt Patianum, ubi aurum & argentum & cyancus color nascitur sunt & ferrifodinae:”[4][5] (In questo terreno del villaggio di Pazzano, in cui sono nati il colore dell’oro e dell’argento)”. Nel testo di Pantopologia Calabra del Frate Elia De Amato del 1725: “Patianum vulgò Pazzano”[6][7]. Nel 1796 nel Dizionario geografico – istorico – fisico del Regno di Napoli[8][9].
L’etimo della località è incerto e vi sono 6 ipotesi:
- La derivazione da un radicale “passus“, cioè valico[10]
- Di origine francese: plateau ossia ripiano in zona montuosa[10]
- Dallo spagnolo “plata“, per cui Pazzano starebbe a indicare una terra metallifera[10]
- Derivazione di tipo prediale dal nome latino Patius e il suffisso -anus[11]
- Secondo il latinista Giuseppe Pensabene il termine Pazzano corrisponderebbe al latino pactus (pactano, compatto) ossia avamposto difensivo[12]
- La forma popolare Pezzano[13] potrebbe derivare dal nome gentilizio romano Pettius o Pitius alla stregua dei suoi omonimi: località Pazzano a Fratta Terme, di menzionati “Locus Pezzanu” in Provincia di Rieti in documenti dell’alto-medioevo[14] e della frazione di Pezzano a San Cipriano Picentino (Salerno)[15][16].
Per quanto riguarda i suoi abitanti, si fa riferimento in italiano come pazzanesi e nel dialetto del paese come: pazzaniti, mentre invece le persone non del posto li appellano nelle tre varianti: pezzanìsi, pezzanìti e pezzanòti e quindi adottando la radice pezz-[13].
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Pazzano è situato tra il Monte Consolino e il Monte Mammicomito, due massicci calcarei che costituiscono un’eccezione nell’aspetto geologico calabrese e che gli studiosi fanno risalire all’età devoniana o più fondatamente all’epoca giurassica. A questa lontanissime origini e alle evoluzioni dei millenni successivi, si deve la presenza nella cavità dei monti di giacimenti di Ferro, il cui sfruttamento risalirebbe all’età magno-greca.
Età romana[modifica | modifica wikitesto]
Nel periodo romano fu istituita tra Pazzano e Stilo una colonia per i damnata ad metalla, ovvero i condannati ai lavori forzati nelle miniere. Nel 1952, in località Praca, furono rinvenute 15 monete: 7 elettri punici e 8 siracusane, risalenti al periodo tra il 310 a.C. e il 290 a.C.[17].
Pazzano villaggio normanno e casale minerario di Stilo[modifica | modifica wikitesto]
L’origine del paese è legata infatti all’estrazione dei minerali di ferro per lo più di limonite e pirite, attività che ha dato origine a un villaggio di minatori in età normanna (come attesta un documento del 1094). La materia prima fornita dalle miniere si ricollega al sorgere nella zona di alcuni rudimentali forni per la fusione del ferro. Da antichi documenti risulta che un tempo Pazzano (o meglio il casale di Pezzano, come veniva chiamato) faceva parte della Contea di Stilo insieme con Guardavalle, Stignano, Camini e Riace.
Da 1231, con la promulgazione della Costituzioni di Melfi entra a far parte amministrativamente del Giustizierato di Calabria Ulteriore.
Si sa inoltre che dal 1325 vi era un prete, che dipendeva dalla diocesi di Squillace, che si occupava della cura delle anime.
In un documento del 1333 si legge che esisteva una ferriera di proprietà del convento di Serra San Bruno[18]. Nel 1520 la ferriera risulta inattiva e le miniere di Pazzano quasi abbandonate e fornivano il poco materiale alle ferriere di Campoli, Trentatarì, Castel Vetere (Oggi Caulonia), Spadola e Furno[19]. Il 10 dicembre 1524 le miniere di Pazzano furono regalate da Carlo V come ricompensa per i servizi prestati a Cesare Fieramosca (fratello di Ettore, vincitore della disfida di Barletta). Nel 1527 le miniere divennero di demanio regio.
Nel 1724 il governo vi fece fabbricare i cannoni per l’esercito. Nel 1768 la ferriera fu trasferita a Mongiana e a Ferdinandea, per la presenza di boschi e corsi d’acqua e, in età borbonica, di veri e propri impianti metallurgici. Nel 1783 vi fu un grave terremotonella zona che abbassò drasticamente il numero della popolazione (per la precisione a 857 abitanti) con un danno del valore di 20.000 ducati, ma nessun morto.
Durante il Regno di Napoli e per tutta la durata del Regno delle Due Sicilie, con la legge 132 del 1806 varata l’8 agosto di quell’anno da Giuseppe Bonaparte Pazzano, in quanto casale di Stilo, amministrativamente fa parte del Distretto di Gerace e del Circondario di Stilo.
Pazzano comune autonomo[modifica | modifica wikitesto]
Pazzano divenne comune autonomo nel 1811 quando la Contea di Stilo venne divisa dal commissario Masci. Il primo sindaco del paese fu Giuseppe Certomà. L’estrazione del materiale minerario continuò fino ai primi decenni della seconda metà dell’Ottocento all’interno del polo siderurgico di Mongiana, quando cadde la dinastia Borbonica e si insediò il nuovo governo d’Italia, il quale privilegiò le attività industriali del Nord, spingendo all’emigrazione anche degli abitanti di Pazzano. Ai tempi del Regno delle Due Sicilie Pazzano era uno dei più importanti centri minerari che rifornivano tutto il Mezzogiorno con 25 miniere.
Col Decreto Rattazzi, dal 1860 al 1927 amministrativamente il paese rientra nel circondario di Gerace e nel mandamento X di Stilo. Successivamente con l’abolizione dei circondari farà solo parte della Provincia di Reggio Calabria (già esistente).
L’8 marzo del 1917 il comune dà in concessione le miniere per 50 anni al Cavaliere Alessandro Casini, al quale subentrò il 28 aprile del 1921 la società genovese Miniera di Pazzano. Quest’ultima concesse in subappalto le miniere alla Montecatini per circa un anno, ma con lo scadere del contratto, la Montecatini abbandonò tutto. In seguito si tentò di riaprire le miniere, ma senza esito.
Dagli anni cinquanta in poi anche Pazzano ha subito il fenomeno dell’emigrazione verso il nord Italia per mancanza di lavoro, ma anche verso la Germania, la Francia, l’Australia e gli Stati Uniti. Nel 1985 è stato soggetto del film documentario di Daniele Segre Andata e Ritorno.[20].
A Sydney, in Australia, la comunità di emigrati pazzanesi si è stabilità per lo più nel sobborgo di Brookvale, soprannominato anche pazzaniedu, piccolo pazzano, e a Narraweena dove si svolge anche la festa del Santo Salvatore australiana.
Una piccola comunità di emigrati c’è anche ad Aliquippa in Pennsylvania, negli Stati Uniti d’America.
Oggi[modifica | modifica wikitesto]
Negli ultimi anni si cerca di recuperare il valore artistico e culturale di Pazzano che la sua storia ha lasciato, dall’eremo di Monte Stella che viene visitato da migliaia di pellegrini alle ormai vecchie miniere. Con l’Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria si sta realizzando un “museo della Cultura mineraria” in costruzione dal 2008, interrotto nel 2009 per mancanza di fondo e ripreso dal 2016. A giugno del 2008 si sono iniziati i lavori per creare il museo e ancora oggi non è concluso per mancanza di fondi. Nel 2008 è uscito il film documentario ThyssenKrupp Blues, presentato al Festival del Cinema di Venezia, incentrato sulla vita del pazzanese Carlo Marrapodi.
Negli anni 2010 fu proposta la possibilità di impiantare su una località di Monte Mammicomito (chjana dei lacchi) delle pale eoliche da ditte private per fornire la zona di elettricità con energie rinnovabili, ma l’iniziativa non è andata in porto. A fine 2011 il comune ha installato i suoi primi pannelli fotovoltaici. Nel gennaio 2016 viene inaugurata la prima palestra comunale. A Marzo 2017 si eseguono i lavori per la demolizione della Cappella del San Salvatore e partono i primi scavi per il recupero del presunto tempietto bizantino ivi posto. Ad Aprile 2017 partono i lavori per la nuova Cappella del San Salvatore pochi decine di metri più in là della passata ubicazione.
Monumenti e luoghi d’interesse[modifica | modifica wikitesto]
Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo[modifica | modifica wikitesto]
Vi si trovano pregevoli statue lignee nonché una tela del XIX secolo del Frangipane e 4 tele di inizio XX secolo raffiguranti gli Evangelisti.
Santuario di Monte Stella[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1562 viene posta la statua della Madonna della Stella in sostituzione della icona della Madonna di culto ortodosso. Sin dall’inizio alla statua furono attribuiti poteri taumaturgici. Nel 1643 diventa grancia dell’ordine di San Basilio. Nel 1743cappelania manuale. Nella suggestiva grotta è collocata la Madonna della Stella, statua di marmo bianco del 1562 di probabile fattura gaginesca. Vi si accede scendendo una lunga scalinata (62 scalini) scavata nella pietra. Nel santuario si trova anche l’immagine dell’Immacolata Concezione e un affresco di arte bizantina (un po’ rovinato) raffigurante Santa Maria Egiziaca che riceve l’eucarestia dal monaco Zosimo. L’affresco si ritiene sia del X-XI secolo per le ciocche disordinate della sua capigliatura. Il raffigurare una santa anziché un santo, fa pensare che vi sia stato per un certo periodo un eremitismo femminile. All’interno della grotta vi sono rappresentazioni della Trinità, di Cristo, dell’Arcangelo Michele e la pietà.
Chiesa del San Salvatore[modifica | modifica wikitesto]
Di recente è stato rilevato, durante un lavoro di riqualificazione ambientale, che sotto al suolo della Cappella dei minatori è situtata un’altra chiesa di origine bizantina ancora più antica della famosa Cattolica di Stilo. Il nome secondo un atto del 1115 sarebbe Agios Salbavr ovvero Chiesa del Divino Salvatore, viene anche citato nel Syllabus. Nel 1325 sarebbe stata aperta al culto, nel libro Rationes Decimarum Italie nei sec. XIII-XIV (nelle Collettorie dell’Archivio segreto vaticano) si cita che il parroco Leo di Panzano (clericorum Stili) pagasse 2 tarì di decima alla Diocesi di Calabria.
Nel 1995 operai forestali della AFOR (Azienda Forestale della Regione) durante i lavori di riqualificazione ambientale, scoprirono nei pressi della località “Mulineda”, a pochi metri dalla Cappella del Santissimo Salvatore una cupola centrale, accidentalmente spaccata da una vanga meccanica. All’istante fu informata la Soprintendenza archeologica della Calabria che sospese i lavori giacché, da una prima analisi, tale edificio era riconducibile al periodo bizantino.
Nel 2006, da un’analisi georadiologica e termografica fino a 8 metri di profondità si deduce sia di forma tricora, larga 6 m x 2,5 m. Si è studiata una possibilità di scavo e recupero, ma la situazione risulta complessa poiché la chiesa si trova sotto un luogo di culto (l’attuale cappella) e vicino a una strada che rende difficile l’operazione[21]. A Marzo del 2017 sono cominciati i lavori di recupero della Cella tricora, l’attuale cappella del San Salvatore è già stata demolita e sono cominciati i primi scavi.
Cappella di San Rocco[modifica | modifica wikitesto]
Antica cappella in Località San Rocco, forse di origine bizantina, dal 1600 dedicata al culto di San Rocco, ora in grave stato di abbandono, con crepe a rischio crollo[22]. Nel 2007 è caduto su di essa un traliccio. All’interno è presente quel che resta di un affresco del 1692[22].
Grotta della Madonna della Carcareda[modifica | modifica wikitesto]
In Località “Carcareda” (chiamata così per la presenza in passato di una piccola cava di calcare) è presente, lungo la strada provinciale 98 una grotta scavata in un banco di arenaria con all’interno un affresco della Madonna del Carmelo con in braccio Gesù Bambino denominata comunemente “A Madonna da Carcareda”[23][24]. Attualmente lo stato di conservazione dell’affresco risulta danneggiato con cadute dell’intonaco e del colore[23]. Nel 2016 è stato rimosso un pannello di truciolato su cui era dipinta una Madonna e sostituito con un plexiglass trasparente a protezione dell’affresco.[23]. Recentemente è stato rimosso un pannello di truciolato recante dipinta una madonna, sostituito poi da un pezzo di plexiglass trasparente[23].
Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]
Fontana Vecchia, Fontana dei minatori[modifica | modifica wikitesto]
Nata nel XVIII secolo come Fontana per dissetare i minatori che tornavano dal lavoro, utilizzata dai contadini per dissetarsi, di ritorno dal pesante lavoro nelle contrade di campagna di Pazzano, ora con le sue sei bocche è diventato il simbolo di Pazzano.
Resti della ferriere di Pazzano[modifica | modifica wikitesto]
A Pazzano vi erano 25 miniere per l’estrazione del ferro, oramai chiuse, alcune delle quali preservate dal Comune in collaborazione con l’Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria per il loro valore nell’archeologia industriale calabrese.
- Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe non essere completa o aggiornata.
- Principe Ereditario (Settecento)
- Carolina (Settecento)
- S. Ferdinando (Settecento)
- Regina
- Noceto
- Scolo
- Galleria Italia
- Galleria Piave
- Galleria Acqua Calda
- Contrì
- San Giuseppe
- R. Principe
- Colle di Banno
- Lucarello
- S. Maria
- Perrone
- Gotto
- perronello
- Clementina
- Clementina II
- San Carlo
- San Nicola
- Campoli
- Garibaldi
- San Luigi
- Grotta Nuova
- Provvisoria
- Regina ribasso
- Melichicchi
- Umberto I
Mulino idraulico “Vrisa”[modifica | modifica wikitesto]
Mulino del XVIII secolo, sito in località “Vrisi”, raggiungibile dal sentierio naturalistico e turistico di Monte Stella che parte nei pressi della Fontana Vecchia.
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti[25]
Gli abitanti sono 720, distribuiti in 362 nuclei familiari con mediamente 2,21 componenti per famiglia. Dal 1991 al 2001 c’è stato un calo demografico del 16,25%.
Dialetto[modifica | modifica wikitesto]
Il dialetto pazzanese (“pazzanitu” in dialetto) è una variante del dialetto calabrese meridionale. È caratterizzato dalla dittongazione di u e o come gli altri paesi della Vallata dello Stilaro e delle vicine Serre calabresi della Piana di Serra San Bruno. A differenza degli altri paesi della Locride il tempo presente dell’infinito termina in -a anziché in -i. Negli ultimi 60 anni ha subito una profonda evoluzione, assimilando sempre più nuove parole dall’italiano e perdendo quelle più arcaiche.
Viene parlato sia nell’ambiente familiare sia al di fuori, e viene spesso preferito all’uso dell’italiano che, quando parlato, subisce il forte accento dialettale. Il dialetto pazzanese è stato usato in forma scritta dal poeta pazzanito Giuseppe Coniglio nelle sue innumerevoli poesie pubblicate in 3 raccolte e nelle sue commedie teatrali.
Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]
Le feste a Pazzano, come in moltissimi altri piccoli paesi italiani, sono prettamente religiose (se si fa eccezione per quella dei ‘Mbeati muorti) e sono:
- 19 marzo – Festa patronale e processione di San Giuseppe
La festa ha inizio nel pomeriggio con l’esecuzione di marce sinfoniche da parte del complesso bandistico pazzanese; alla sera il Santo viene portato in processione per le vie del paese fino alla Fontana Vecchia, dove si svolge uno spettacolo pirotecnico e al termine si scambiano le offerte come ex voto di “ciciri e cannarozzeda”.
- Prima domenica dopo il 5 agosto – Festa del Santissimo Salvatore
La festa del S.S. Salvatore è la più importante delle feste di Pazzano, che attira il maggior numero di persone e di emigrati. Dura 3 giorni con una processione della statua del santo per il paese, la veglia notturna e la tradizionale “Cumprunti“.
- 14-15 agosto – Pellegrinaggio alla grotta santuario della Madonna della stella.
Il pellegrinaggio ha inizio nei pressi della “Fontana vecchia” dal quale si può salire per un sentiero di montagna che porta in cima al Monte Stella.
- Prima domenica di settembre – Festa di San Rocco
Della durata di tre giorni, la festa si svolge con la processione per le vie del paese, la donazione del tradizionale pane benedetto di San Rocco e uno spettacolo pirotecnico quando il santo arriva al boschetto.
Leggende[modifica | modifica wikitesto]
Vi sono varie leggende su Pazzano.
Leggenda sulle origini di Pazzano[modifica | modifica wikitesto]
Si narra che una volta nella vallata dello Stilaro dei condannati ai lavori forzati vennero mandati a finire i loro giorni in un luogo isolato, Si scelse allora il burrone tra Monte Stella e il Monte Consolino. I tre condannati erano: Pazzano, Spagnolo e Larcara e alle loro caviglie furono legati dei ceppi. Tutti e 3 riuscirono a liberarsi ma solo Pazzano una volta ritornato su decise di rimanere e fondare un nuovo paese dove poter lavorare. E infatti più tardi si scoprirono i ricchi giacimenti di ferro.
Leggenda della statua della Madonna della Stella[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1645 padre Giovanni Fiore da Cropani la mise per iscritto. Pare che quando nel 1562 venne portata la statua su una nave, si fermò improvvisamente a Monasterace e da essa vi partì una luce in direzione della grotta di Monte Stella. La statua poi sopra un vitello si inerpicò fino alla grotta, dalla quale poi incominciò a sgorgare acqua. L’acqua venne raccolta in due giare ma esse miracolosamente non si colmavano mai.
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
- Biblioteca Comunale Ada Saffo Sapere (1983)
- Circolo Ricreativo Culturale Giovanile Pazzanese (1994)
- Centro di aggregazione socio-culturale Giuseppe Coniglio (agosto 2007)
- Associazione Musicale Complesso bandistico città di Pazzano
Cucina[modifica | modifica wikitesto]
La gastronomia pazzanese è caratteristica della regione Calabria, tipica di una vita contadina. L’antipasto è a base di salami piccanti, soppressata, formaggio pecorino, ricotta di capra, olive snocciolate. Il primo piatto è la cosiddetta Pasta e casa, dette anche nel catanzarese scilatelle ai ferri (steli essiccati di ampelodesmo, una graminacea), fatte in casa e accompagnate da ragù con carne di capra, la parmigiana, la pasta e lambà (pasta con lumache) ma anche un piatto invernale come la trippa e patate. Per secondi: Malangiani chjni (melanzane ripiene), melanzane fritte, i pipi chini (peperoni ripieni), scrajola cu posa (catalogna con fagioli), carne di cinghiale locale o maiale arrosto. Una volta si cucinavano anche i ghiri, ora non più poiché è illegale la caccia. Accompagnano i secondi il pane fatto in casa e la pitta. I dolci sono composti da paste secche come gli amaretti, i mastazzola, le pignolate, la pitta di San Martino, la cicerata, i viscotta cu lavatu (biscotti con lievito madre), i biscotti all’uovo e per finire fichi secchi ripieni di noci. Piatti tipici delle giornate di festa sono la cuzzupa pasquale, i zippuli, la cicerata, i chjinuli e i laci a Natale, pasta e ceci a San Giuseppe, patrono della città. Per quanto riguarda da bere c’è il vino locale e l’acqua delle vicine fonti della Vrisi e Mangiatorella. La colazione una volta era a base di latte di capra e biscotti o uovo sbattuto con zucchero mentre la merenda prevedeva pane e olio d’oliva.
Persone legate a Pazzano[modifica | modifica wikitesto]
- Francesco Chiodo (1938), pittore. Produttore di numerose opere d’arte surrealiste esposte in manifestazioni nazionali (Tempio d’arte a Roma, Accademia di Marzocco a Firenze…) e internazionali (Gran Prix de la Cote d’ Azur…)[26]
- Giuseppe Coniglio (Pazzano, 1922 – Catanzaro, 2006), poeta, attore, scultore.
- Libero Fiorenza 1913 – 1943, giornalista. Fu corrispondente da Pazzano di quotidiani nazionali, sui quali scrisse numerosi articoli, al recupero di alcuni valori locali. Era scrittore, caricaturista e autore di componimenti come i due canti natalizi Notte invernale e Nella Grotta e di un inno alla Madonna di Monte Stella. Morì nella seconda guerra mondiale fucilato dai tedeschi nel Mar Egeo per aver voluto essere fedele ai valori di italianità in cui credeva[27].
- Ada Saffo Sapere (1893 – 1982), poetessa. Diplomatasi alla scuola normale di Cosenza a soli 16 anni e cominciando a scrivere poesie dall’età di 13 anni, diverrà insegnante elementare dal 1909 fino al 1933 a Pazzano e per un breve periodo a Polistena. Divenne presidente dell’Unione Donne Italiane della Calabria. Durante la sua vita lavora con riviste come: Roma Letteraria, La vita letteraria, la Rivista Adriatica, Quaderni di Poesie, La vita Nazionale e la Rassegna letteraria. Nel 1979 pubblica una raccolta di 39 poesie. Al concorso nazionale di poesie di Soverato del 28 giugno 1980 riceve il premio di miglior poeta del 1979. Le sue ultime poesie note sono del 1982[28]
« Ada Saffo Sapere, colei che più si avvicina alla fatica del mio spirito. » |
(Acqua e terra, Salvatore Quasimodo[29]) |
- Mario Squillace (Montepaone, 1927), Sacerdote, Scrittore. Nato a Montepaone, ma vissuto a Pazzano per 30 anni a partire dal 1950, che divenne il suo paese adottivo come afferma il sito Soverato.com. dedito alla politica e alla diffusione del cattolicesimo democratico. Autore di molti libri tra cui: Calabria democratica, Calabria vecchia e nuova, Il Patto Gentiloni in Calabria, Un impegno per la Calabria, I cattolici e la Calabria. Pubblicò articoli sui quotidiani: L’avvenire di Calabria, Gazzetta del Sud, Avvenire, L’Osservatore Romano[30][31].
- Roberto Taverniti (1888 – 16 settembre 1916), giornalista di inizio Novecento partecipa al giornale Il Divenire sociale, fondatore del giornale Terra Nostra ha combattuto per il risorgimento socio-economico della Calabria e per l’Italia per la quale muore nella prima guerra mondiale[32]
- Antonio Verdiglione (10 maggio 1849), soldato. patriota italiano che difese Venezia nel 1849 nel II Battaglione. Celebre la sua frase prima di morire al comandante Rossaroll: Spetta a me! Serbate la vita per più alte cose.Viva l’Italia![33]
- Francesco Russo [34] (Pazzano, 9 aprile 1926 – 15 gennaio 2016). Tecnico pazzanese definito “pioniere della tv in Calabria”. Fin da ragazzino coltivò la sua passione per la meccanica e l’elettrotecnica distinguendosi per la sua inventiva e arguzia tecnica. Nel lontano 1956, quando le trasmissioni televisive arrivavano appena a Napoli, collocò un amplificatore a valvole all’interno di un cestello per lavatrice sopra un’antenna in cima a Monte Stella. Fu grazie a questi suoi rudimentali ma ingegnosi esperimenti che le prime immagini raggiunsero uno schermo TV a Pazzano e i primi televisori entrarono nelle abitazioni della Vallata dello Stilaro aprendo le porte all’informazione e a un processo innovativo-culturale ancora inedito in quei piccoli centri periferici[35][36][37].
Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]
Contrade urbane di Pazzano[modifica | modifica wikitesto]
Italiano | Dialetto | Etimologia |
---|---|---|
Contrade della campagna di Pazzano[modifica | modifica wikitesto]
Pazzano ha numerose contrade e frazioni di campagna nel suo territorio. In origine i nomi erano dialettali, e sono stati, nel passato, tutti tradotti e adattati alla lingua italiana.
Italiano | Dialetto | Etimologia | Italiano | Dialetto | Etimologia |
---|---|---|---|---|---|
Economia[modifica | modifica wikitesto]
Agricoltura[modifica | modifica wikitesto]
L’economia ora è prevalentemente di sussistenza e legata alle misere pensioni di bracciantato agricolo; un tempo invece era sostenuta dall’agricoltura con coltivazioni intensive del territorio circostante di uliveti, vigneti, fave, ceci, piselli e grano. Si produce l’olio extra vergine di oliva della Locride.
Industria[modifica | modifica wikitesto]
Pazzano nel corso della sua storia ha avuto un’industria improntata soprattutto sull’estrazione del ferro dalle cave minerarie (più di 20) collegata con il centro di Mongiana. Dal 1957 (anno della nascita) fino al 1975 Pazzano è stata la sede dell’impresa Sabatino Salvatore & figli specializzata negli autotrasporti e in materiale da costruzione. Successivamente si è trasferita nel comune di Stilo. Attualmente non sono presenti imprese di rilievo.
Turismo[modifica | modifica wikitesto]
L’area turistica principale è rappresentata dalla zona circostante il Santuario di Montestella, che presenta una zona con area pic-nic e l’ostello “Don Mario Squillace”. Si tratta di un turismo prevalentemente religioso con il sopraccitato eremo di Monte Stella e le feste religiose tradizionali e naturalistico per la bellezza dei luoghi. Da percorrere sicuramente il sentiero molto ripido che porta dalla Fontana vecchia alla cima di Monte Stella rimesso in sesto di recente e attrezzato di luoghi per il ristoro. Lungo il sentiero si può anche visitare il mulino idraulico del XVIII secolo.
Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Pazzano è situato sulla ex Strada statale 110 di Monte Cucco e di Monte Pecoraro (ora Strada Provinciale 9) la quale a sua volta si può raggiungere dalla costa jonica con la Strada statale 106 Jonica. È collegata al comune di Bivongi con la Strada Provinciale 95 mentre col comune di Stilo con la Strada Provinciale 9 e con Camini dalla Strada Provinciale 98. C’è un servizio pullman offerto dalla Autolinee Federico per cui Pazzano è raggiungibile da Reggio Calabria e dai paesi lungo la strada statale. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Monasterace a 15 km di distanza.
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Il Gonfalone di Pazzano | |
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Descrizione del Gonfalone di Pazzano nel D.P.R. del 12 ottobre 1987:
|
Regno di Napoli[modifica | modifica wikitesto]
Durante il regno di Napoli come casale di Stilo.
Sindacus | Data elezione | |
---|---|---|
Ilario Coniglio | Intorno al 1760 |
Regno di Napoli – periodo napoleonico[modifica | modifica wikitesto]
Sindaco | Data elezione | |
---|---|---|
Giuseppe Certomà | Eletto nel 1809 | |
Nicola Pisano | Eletto nel 1810 | |
Tommaso Graziani | Eletto nel 1811 | |
Pasquale Tassone | Eletto nel 1813 |
Regno delle Due Sicilie[modifica | modifica wikitesto]
Sindaco | Data elezione | |
---|---|---|
Tommaso Graziani | Eletto nel 1817 | |
Salvatore Bombardiere | Eletto nel 1819 | |
Tommaso Graziani | Eletto nel 1822 | |
Nicola Tassone | Eletto nel 1824 | |
Nicola Micelotta | Eletto nel 1825 | |
Giuseppe Vavalà | Eletto nel 1826 | |
Tommaso Graziani | Eletto nel 1827 | |
Raffaele De Francesco | Eletto nel 1829 | |
Ilario Papello | Eletto nel 1832 | |
Tommaso Graziani | Eletto nel 1833 | |
Ilario Papello | Eletto nel 1835 | |
Domenico Valenti | Eletto nel 1836 | |
Francesco Franco | Eletto nel 1839 | |
Francesco Franco e B. Bombardieri | Eletto nel 1840 | |
Tommaso Lentini | Eletto nel 1841 | |
Tommaso Graziani | Eletto nel 1842 | |
Francesco Franco | Eletto nel 1843 | |
Vincenzo Leotta | Eletto nel 1844 | |
Giambattista Vavalà | Eletto nel 1848 | |
Vincenzo Lentini | Eletto nel 1855 | |
Rocco Pisano | Eletto nel 1858 |
Regno d’Italia[modifica | modifica wikitesto]
Sindaco | Partito | Data elezione |
---|---|---|
Giambattista Vavalà | Eletto nel 1860 | |
Rocco Graziani e Francesco Micelotta | Eletti nel 1871 | |
Francesco Graziani | Eletto nel 1872 | |
Giuseppe Vavalà | Eletto nel 1873 | |
Antonio Franco | Eletto nel 1897 | |
Antonio Alecci | Eletto nel 1905 | |
Francesco Franco (Commissario) | Eletto nel 1907 | |
Rocco Taverniti (Commissario) | Eletto nel 1911 | |
Francesco Vavalà | Eletto nel 1914 |
Periodo Fascista[modifica | modifica wikitesto]
Nome e cognome | Carica | Data elezione |
---|---|---|
Demetrio Cardea | Commissario | Eletto nel 1924 |
Salvatore Taverniti | Podestà | Eletto nel 1925 |
Mario Taverniti | Podestà | Eletto nel 1926 |
Raffaele Citarelli | Podestà | Eletto nel 1927 |
Raffaele Citarelli e M. Taverniti | Podestà | Eletto nel 1930 |
Mario Taverniti | Podestà | Eletto nel 1931 |
Francesco Franco | Commissario | Eletto nel 1934 |
Francesco Franco | Commissario | Eletto nel 1936 |
Francesco Filocamo | Podestà | Eletto nel 1938 |
Repubblica italiana[modifica | modifica wikitesto]
Sindaco | Partito | Data elezione |
---|---|---|
Francesco Fiorenza | Eletto nel 1943 | |
Emilio Amato | Eletto nel 1944 | |
Rocco Micelotta | Eletto nel 1946 | |
Remo Taverniti | Eletto nel 1954 | |
Libero Taverniti | Eletto nel 1961 | |
Ilario Papello | Eletto nel 1965 | |
Francesco Russo | Eletto nel 1969 | |
Stefano Zannino | Eletto nel 1971 | |
Francesco Zannino | Eletto nel 1973 | |
Francesco Zannino | Eletto nel 1978 | |
Salvatore Fiorenza | Eletto nel 1984 | |
Salvatore Tassone | Eletto nel 1986 | |
Salvatore Tassone | Eletto nel 1990 | |
Salvatore Zannino | Lista civica | Eletto nel 1996 |
Salvatore Zannino | Lista civica | Eletto il 05/04/2000 |
Salvatore Fiorenza | Lista civica | Eletto il 05/04/2005 |
Franco Depace | Lista civica | Eletto il 29/03/2010 |
Alessandro Taverniti | Lista civica | Eletto il 31/05/2015 |
Il comune di Pazzano fino al 2015 ha mandato a chi ne ha fatto richiesta tra gli emigrati in Italia e all’estero il calendario del paese.
Il comune il 2 novembre 2009 è stato commissariato per scontri politici nella maggioranza durante la valutazione di bilancio.
Sport[modifica | modifica wikitesto]
Ha sede nel comune la società di calcio US Bivongi Pazzano, nata nel 1968, che ha disputato campionati dilettantistici.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Dato Istat – Popolazione residente al 30 novembre 2016.
- ^ Pazzano: Clima e Dati Geografici, Comuni-italiani.it, comuni-italiani.it. URL consultato il 14 marzo 2009.
- ^ Dati meteorologici di Signa degli ultimi 30 anni
- ^ Johann Georg Graeve, Thesavrvs Antiqvitatvm et Historiarvm Italiae, Lugdunum Batavorum, Lugduni Batauorum, excudit Petrus Vander Aa bibliopola, urbis atque Academiae typographus ordinarius, 1704, p. 113.
- ^ Thesavrvs Antiqvitatvm et Historiarvm Italiae, books.google.it. URL consultato il 5 novembre 2016.
- ^ Elia De Amato, Pantopologia Calabra, Napoli, EX Tipografia Felicis Mofca, 1725, p. 456.
- ^ Pantopologia calabria, books.google.it. URL consultato il 5 novembre 2016.
- ^ Francesco Sacco, Dizionario geografico-istorico-fisico del Regno di Napoli, Napoli, 1796, p. 359.
- ^ Dizionario geografico-istorico-fisico del Regno di Napoli, books.google.it. URL consultato il 5 novembre 2016.
- ^ a b c Pazzano, su turiscalabria.it. URL consultato il 21 giugno 2016.
- ^ Rohlfs 1974, 232
- ^ Giuseppe Pensabene, La guerra di Ottaviano e Sesto Pompeo, Gangemi Editore, 1991, ISBN 978-88-7448-368-6.
- ^ a b Giuseppe Antonio Martino, Dialetti della Calabria meridionale, Vibo Valentia, Qualecultura edizioni, 2010, p. 855.
- ^ Calzolari, 1994, p.136
- ^ Polloni, 1966, p.230
- ^ (PDF) Considerazioni sul territorio di Fratta Terme alla luce di nuovi ritrovamenti e studi, forlimpopolidocumentiestudi.it. URL consultato il 21 giugno 2015.
- ^ (IT) Maria Intrieri, Fenici e Italici, Cartagine e la Magna Grecia, in Atti del convegno internazionale, II, Cosenza, Fabrizio Serra Editore, maggio 2008. URL consultato il 4 giugno 2016.
- ^ Manno 2008
- ^ Economia e società nella Calabria del Cinquecento di G. Galasso, Napoli 1967
- ^ Andata e ritorno, DanieleSegre.it, danielesegre.it. URL consultato il 14 marzo 2009.
- ^ Indagini GeoRadar effettuate presso l’area della Cappella del SS Salvatore del Comune di Pazzano, Pazzano.net, pazzano.net. URL consultato il 14 marzo 2009.
- ^ a b Pazzano. La denuncia : la cappella di San Rocco versa ancora in stato di abbandono, in lentelocale.it, 15-01-2017. URL consultato il 22-01-2017.
- ^ a b c d Elia Fiorenza, Pazzano (RC): crolla l’antica grotta della Madonna della Carcareda, in agenpress.it, 04-01-2017. URL consultato il 22-01-2017.
- ^ Elia Fiorenza, Pazzano (RC): Crolla la grotta della “Madonna della Carcareda”, in cmnews.it, 04-01-2017. URL consultato il 22-01-2017.
- ^ Statistiche I.Stat – ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Francesco Chiodo, Pazzano.net, pazzano.net. URL consultato il 14 marzo 2009.
- ^ Libero Fiorenza, Pazzano.net, pazzano.net. URL consultato il 14 marzo 2009.
- ^ Ada Saffo Sapere, Pazzano.net, pazzano.net. URL consultato il 14 marzo 2009.
- ^ Ada Saffo Sapere, Pazzano.net
- ^ CALABRESI DA RICORDARE.Mario Squillace, Soverato.com, soverato.com. URL consultato il 14 marzo 2009.
- ^ Don Mario Squillace, Pazzano.net, pazzano.net. URL consultato il 14 marzo 2009.
- ^ Roberto Taverniti, Pazzano.net, pazzano.net. URL consultato il 14 marzo 2009.
- ^ Antonio Verdiglione, Pazzano.net, pazzano.net. URL consultato il 14 marzo 2009.
- ^ Francesco Russo
- ^ Pino Carella, Piccole Storie: Piccole Storie, TeleMia, 19-01-2014, a 26 min 02 s. URL consultato il 02-01-2017.
- ^ Pino Carella, Piccole Storie: Piccole Storie, TeleMia, 19-01-2014, a 15 min 54 s. URL consultato il 02-01-2017.
- ^ Metastasio 2014
- ^ Nuovo Dizionario dialettale della Calabria,terza edizione, Rohlfs, p.135
- ^ Nuovo Dizionario dialettale della Calabria,terza edizione, Rohlfs, p.145
- ^ Ebrei a Pazzano?, in Calabria judaica ~ Sud ebraico, 28 gennaio 2013. URL consultato il 1 giugno 2015.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Franco Taverniti, Pazzano d’altri tempi, 1990
- Mario Squillace, L’eremo di S. Maria della Stella, edizioni Grottaferrata, 1965.
- Oreste Camillo Mandalari, Roberto Taverniti giornalista e combattente…, Archivio Storiografico dei Reduci di Guerra, 1936
- C. Maruhn, Le miniere di ferro di Pazzano e Stilo (proprietà Fazzari), Forzani e C. tipografi del Senato, 1893.
- Antonio Primaldo Coco, Il diruto casale di Pazzano, 1914
- Ferruccio Richeldi, Pazzano di Serramazzoni, TEIC, 1978
- Danilo Franco, Il ferro in Calabria, Kaleidon, 2003.
- Giorgio Metastasio, Il giallo minerario di Pazzano
- Giorgio Metastasio, Il radioamatore pioniere della tv in Calabria, in Quotidiano della Calabria, 19-01-2014, pp. 49.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Festa del Santissimo Salvatore a Pazzano
- Monte Stella (Serre calabresi)
- Eremo di Santa Maria della Stella (Pazzano)
- Locride (Calabria)
- Vallata dello Stilaro
- Stilaro
- Comunità montana Stilaro-Allaro-Limina
- Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria
- Serre calabresi
- Parco naturale regionale delle Serre
- Costa dei Gelsomini
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikiquote contiene citazioni su Pazzano
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Pazzano
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito del comune, pazzano.net. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Circolo ricreativo culturale giovanile pazzanese, digilander.libero.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
- istituto comprensivo stilo, comprensivostilobivongi.it.
- Informazioni su Pazzano, Comuni italiani.it, comuni-italiani.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Pazzano, italiaindettaglio.it, italia.indettaglio.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Pazzano nel sito GAL altalocride, galaltalocride.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Storia di Pazzano, digilander.libero.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Comunità Montana Stilaro Allaro, web.tiscali.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Ecomuseo delle ferrerie e fonderie di Calabria, web.tiscali.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Foto di Pazzano su Flickr, flickr.com. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Gonfalone di Pazzano, comuni-italiani.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Pazzano nell’associazione Conoscere la Locride, conoscerelalocride.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Pazzano nel sito della GAL Alta Locride, galaltalocride.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
- Frazioni e contrade di Pazzano, quicalabria.it. URL consultato il 15 marzo 2009.