Staiti

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Staiti (Στάτη, traslitterato Stàti in greco-calabro) è un comune italiano di 260 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria.

Secondo i dati ISTAT al 30 settembre 2012 è il comune meno popolato della Calabria[2].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Staiti sorge arroccato sul fianco della Rocca Giambatore a 500 m s.l.m. e con vista sull’ampia valle della fiumara di Bruzzano, all’estremo confine sud del Parco nazionale dell’Aspromonte.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Di origini incerte, si suppone essere nato intorno al 1500 come luogo d’avvistamento facente parte del feudo di Brancaleone allora retto da Geronimo Ruffo. Assunse l’odierna denominazione allorché fu acquistato dalla famiglia Staiti (nome tutt’oggi molto diffuso specialmente nel Messinese) che lo fortificò e lo cedette poi ai principi Carafa di Roccella Jonica che lo tennero presumibilmente fino al 1806 (epoca dell’eversione della feudalità).

L’abitato, come consuetudine dei paesi arroccati, segue l’ardua orografia del territorio e si incastona perfettamente su questa roccia che dà una sensazione di precarietà e sicurezza al tempo stesso.

Tutto l’interesse ruota attorno alla Chiesa di Santa Maria della Vittoria, la Piazza antistante il grande edificio religioso è il punto di incontro dei cittadini. Oggi la comunità è molto piccola, la meno numerosa dell’Area Grecanica, ma un tempo Staiti era fiorente, con una popolazione che si attestava intorno alle 1500 unità ed aveva una florida economia anche in epoche di crisi.

Monumenti e luoghi d’interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria di Tridetti[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa basiliana di Santa Maria di Tridetti di epoca normanna (XI sec.)

Dichiarata Monumento Nazionale, la chiesa è dei primi tempi normanni (XI sec.), ma edificata sopra uno schema greco, perché destinata ad un culto greco, quale era praticato dai Basiliani. Infatti in origine era annessa ad un monastero basiliano di cui non resta alcuna traccia.

Il connubio dell’arco ogivale con quello a pieno centro, che occorre nel presbiterio di Santa Maria di Tridetti è una prova lampante della fusione delle due maniere bizantina e normanna. Come dire l’incontro tra due culture non solo costruttive, ma anche religiose e comportamentali quella orientale bizantina e quella occidentale normanna, che ha avuto poi successivi sviluppi in altri esempi nell’architettura religiosa calabrese. Passando tra le pareti rimaste in piedi dell’antica Chiesa si carpiscono elementi della tecnica costruttiva greca come anche la posizione che vede le tre absidi rivolte ad oriente e la facciata ad occidente, ma ciò che colpisce veramente è la magia di una Chiesa che ha resistito a calamità naturali portando fino ai giorni nostri la testimonianza dell’importanza del culto religioso nella Calabriamedievale.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[3]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 11 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Staiti è rinomato per i suoi “maccarruni e carni i crapa”, prodotto tipico locale che viene promosso nell’ormai consueta sagra della seconda domenica di agosto; la festa di Sant’Anna costituisce invece il momento culminante della vita religiosa e civile della comunità staitese. Tornano gli emigrati da ogni parte d’Italia e d’Europa e i devoti dei paesi vicini: Staiti diventa un paese vivace e palpitante. I giorni della Novena, dal 16 al 24 luglio, sono scanditi dal suono dei tamburi che, richiamando i fedeli li accompagnano alla Chiesa della Santa. E, a proposito di tamburi, questo centro pre-aspromontano del versante Jonico meridionale si è sempre distinto per l’impegno profuso a mantenere viva sino a tutt’oggi la cultura musicale bandistica, portata avanti da tanti giovani volenterosi, succedutosi da una generazione all’altra, per quasi un secolo.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

PeriodoPrimo cittadinoPartitoCaricaNote
20112012Valerio De Joannoncommissario prefettizio
2012in caricaAntonio Domenico Principatolista civicasindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat – Popolazione residente al 30 novembre 2012.
  2. ^ Popolazione residente al 30 settembre 2012 secondo i dati Istat
  3. ^ Statistiche I.Stat – ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carmine Lagana, Lo stato dei Carafa di Bruzzano nel 1689, Pancallo Ed., Locri, 2014

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