Melicuccà

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Melicuccà (Μελικοκκᾶς in grecoMelikukià in greco-calabro) è un comune italiano di circa 1000 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

È raggiungibile tramite una strada interna che parte dallo svincolo S.Elia-Melicuccà sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria (uscita) e tramite la strada statale 18 tra Bagnara Calabra e Palmi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sulle origini storiche di Melicuccà, piccolo centro situato in una valle formata dalle pendici settentrionali dell’Aspromonte, si possiedono scarse notizie (Padre Fiore lo definisce “terra non molto antica, sicché non oltrepassa di là del Mille” e Taccone-Gallucci afferma: “Melicuccà credesi fondata verso il sec. X”. Nel territorio del comune, il complesso delle grotte di S. Elia speleota, con i resti del contiguo cenobio basiliano e delle fabbriche annesse (cantina, mulino, necropoli, palmento, ecc.), risalenti al X secolo, rappresenta oggi una delle più cospicue testimonianze archeologiche della grecità bizantina nella Calabria meridionale. Le origini del paese possono essere, forse, rintracciate proprio nell’altissima densità di insediamenti basiliani esistenti in epoca bizantina su questo territorio che si trovava al centro della Turma delle Saline. Le biografie dei Santi Italo-greci parlano di un centro commerciale (emporion), la cittadina di Sicri, oggi contrada disabitata nei pressi di Melicuccà (Sìcari). Da Sicri, di cui si è persa ogni memoria storica (forse distrutta dai Saraceni durante le scorrerie dell’emiro Hasan 950-52) i profughi scampati all’eccidio si spostarono probabilmente nella valle di Melicuccà, dove vegetava il bagolare (in greco melikokkos) e dove scaturivano abbondanti sorgenti, incrementando il preesistente insediamento agro-pastorale e dando così inizio al primo consistente nucleo abitato del paese. Un indizio di questo trasferimento si rintraccia nel bios dello Speleota, dove si narra di popolazioni che, fuggendo i Saraceni, accorrevano verso la grotta del Santo.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma comunale

Stemma comunale in uso prima del 2009

Gonfalone comunale

Lo stemma comunale si blasona come segue:

« D’azzurro, alla coppa doppiamente ansata, di verde colma di miele d’oro, il bordo sostenente due api d’oro affrontate, dello stesso, essa coppa sostenuta dalla pianura di nero e sormontata da altre cinque api d’oro, rovesciate, poste tre, due.[3][4][5] »

Il gonfalone è un:

« drappo di giallo, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma con l’iscrizione centrata in argento recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo e i cordoni saranno argentati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.[4][5] »

Lo stemma, già attestato all’inizio del XVIII secolo, e il gonfalone sono stati riconosciuti con D.P.R. del 3 novembre 2009.[6][3][5]

Monumenti e luoghi d’interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Giovanni battista, il culto di San Giovanni Battista si afferma Melicuccà dopo l’annessione del paese al Baliaggio di Sant’Eufemia del golfo. Verso la fine del XV secolo(1496) fu edificata la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Prima di quella data il protettore di Melicuccà era Sant’Elia lo Speleota;
  • Chiesa di Sant’Antonio da Padova, è stata per secoli la chiesa del Convento dei frati minori riformati della provincia veneta che si stabilirono nel paese nei primi anni del Seicento. È stata anche sede della secentesca Accademia di Sant’Antonio;
  • Chiesa di Maria Santissima del Rosario (fino al 1569 chiesa della Consolazione), è stata una delle quattro chiese commendali esenti, quando Melicuccà era commenda dei Cavalieri di Malta. Divenne chiesa del Rosario quando, il 3 ottobre 1569, ben due anni prima della battaglia di Lepanto, venne fondata a Melicuccà la Confraternita del SS. Rosario con decreto di F. Bernardo Giustiniano Generale e Maestro dell’ordine del Benedettini (Santa Maria sopra Minerva). La chiesa, in cui sono custodite le reliquie di Sant’Elia Speleota ed un Gonfalone ricamato in argento, dono del beato Bartolo Longo, è stata recentemente restaurata;
  • Chiesa del Rito o chiesa di Loreto (in dialetto, a chiesa d’u Ritu), ricostruita dopo il terremoto del 1783, in seguito all’abbandono della chiesa della Motta è stata dedicata alla Madonna dell’Assunta. È situata in piazza Tocco, antico cuore della commenda dei Cavalieri di Malta. Caratteristico, come riportato negli Annali storici della Calabria, era il sedile in cemento, posto davanti alla Chiesa, dove sedevano i prelati. La chiesa è formata da un’unica navata impreziosita da stucchi. Al suo interno si possono ammirare un’acquasantiera del XVI secolo, una statua marmorea della Vergine, di bella fattura, su una base in cui è scolpito in bassorilievo il trasporto della Santa Casa a Loreto, comunemente considerata opera del palermitano Antonello Gagini (1478-1536) e un quadro del Seicento, opera di pittore anonimo. La chiesa è stata recentemente restaurata;
  • Grotta di Sant’Elia lo speleota, nelle immediate vicinanze esistono ancora i ruderi del monastero basiliano e della chiesa di Sant’Elia distrutti molto probabilmente dal terremoto del 1783. Il complesso delle grotte di Sant’Elia speleota, con i resti del contiguo cenobio basiliano e delle fabbriche annesse (cantina, mulino, necropoli, palmento, ecc.), risalenti al X secolo, rappresenta oggi, come dimostrato da recenti scavi, una delle più cospicue testimonianze archeologiche della grecità bizantina nella Calabria meridionale;
  • Chiesa di Maria Santissima delle Grazie;
  • Chiesa di San Giuseppe;
  • Chiesa di San Rocco.

Tra le chiese scomparse vi era la chiesa dell’Assunta (o della Motta), che era la sede della confraternita dell’Assunta, ma non aveva un suo oratorio ed i confratelli dovevano fare gli esercizi spirituali nella vicina chiesa di Santa Maria di Loreto. Fu distrutta dal terremoto de 1783. I suoi resti si trovano in contrada Motta. La chiesa è conosciuta come Santa Maria della Motta per via della sua ubicazione o come Santa Maria dello “schiccio” poiché, un tempo, nelle sue vicinanze scorreva una piccola cascatella.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[7]

Melicuccà.png

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La religione più diffusa è quella cattolica di rito romano. Il comune fa parte della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi e del vicariato di Palmi. Il territorio comunale appartiene attualmente ad un’unica parrocchia, quella di San Giovanni Battista.[8] Sempre in ambito del cattolicesimo sono presenti a Melicuccà due congregazioni laiche, l’Arciconfraternita di Maria Santissima Assunta e la Confraternita di Maria Santissima del Rosario.[9]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Le tradizioni di Melicuccà sono legate soprattutto a festeggiamenti religiosi. La più importante di esse è la festa di San Giovanni Battista, celebrata il 23 e 24 giugno con solenne processione della statua del santo per le vie cittadine. L’elenco completo delle celebrazioni cattoliche che vengono svolte durante l’anno, nel territorio comunale, è il seguente:

  • Festa di San Giuseppe, 19 marzo;[10]
  • Affruntata, domenica di Pasqua;[11]
  • Festa di Sant’Antonio da Padova, 13 giugno;[12]
  • Festa di San Giovanni Battista, 23 e 24 giugno;[12]
  • Festa di Maria Santissima Assunta, 12 agosto;[13]
  • Festa di Nostra Signora di Lourdes, ultima domenica di agosto;[13]
  • Festa di Sant’Elia lo speleota, 11 settembre;[13]
  • Festa di Maria Santissima del Rosario, prima domenica di ottobre.[14]

Persone legate a Melicuccà[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat – Popolazione residente al 31 dicembre 2012.
  2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia(PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
  3. ^ a b Renzo Barbattini, Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo, Le api delle città. La figura dell’ape nell’araldica civica italiana, illustrazioni di Massimo Ghirardi, San Godenzo, Edizioni Montaonda, 2016, pp. 103-104, ISBN 9788898186150.
  4. ^ a b Emblema del Comune di Melicuccà (Reggio Calabria), su presidenza.governo.it. URL consultato il 22/03/2017.
  5. ^ a b c Presentato il nuovo stemma e gonfalone, su comune.melicucca.rc.it, 23/06/2010. URL consultato il 22/03/2017.
  6. ^ Gli emblemi concessi ai comuni nel 2009, su presidenza.governo.it. URL consultato il 22/03/2017.
  7. ^ Statistiche I.Stat – ISTAT URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  8. ^ Parrocchia San Giovanni Battista – Melicuccà
  9. ^ Altri organismi altri organismi della diocesi
  10. ^ Festa di San Giuseppe, Melicuccà (RC)
  11. ^ L’Affruntata – Melicuccà (RC)
  12. ^ a b Feste patronali di Melicuccà
  13. ^ a b c Melicuccà e la sua storia.
  14. ^ Festa di Maria SS. del Rosario

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]