Molochio

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Molochio (MòloccoMòlokos in greco-calabroMulohji[senza fonte] in dialetto locale) è un comune italiano di 2.640 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria. Posto nel cuore dell’Aspromonte, Molochio sorge in una zona ricca di bellezze naturalistiche.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo Molochio, secondo un’ipotesi molto accreditata, deriverebbe dal greco malakos (da cui molokhion, in latino moloche[3]), con il significato di malva[3][4], una pianta di cui la zona un tempo era ricchissima. L’italianizzazione del nome del paese è avvenuta soltanto da circa un secolo; prima di allora il termine nella sua originale pronuncia si scriveva e si leggeva mulóçi[5] (o mulòxi[6]).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Poche le notizie sulle origini di Molochio, ma è probabile che il primo insediamento umano di una certa consistenza, a parte una possibile presenza in epoca neolitica, risalga al periodo magnogreco. Un altro momento importante nella storia del paese fu l’arrivo dei monaci basiliani dalla Sicilia: nel loro monastero, infatti, tra il secolo X e XI, trovarono rifugio diverse famiglie di Tauriana messe in fuga dalle scorribande dei pirati islamici. I profughi decisero di stabilirsi in questo centro di cui vollero tramandare in eterno l’immagine di giardino di malve che lo accompagna ancora oggi. Nei secoli successivi Molochio seguì le vicende storiche dei territori reggini sino all’eversione della feudalità all’inizio dell’Ottocento. Qui la religione ha da sempre un ruolo sociale molto forte, come dimostra il Santuario della Madonna di Lourdes eretto già nel 1901 (il primo in assoluto in Italia ed ancora l’unico in Calabria).

Monumenti e luoghi d’interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa parrocchiale di Santa Maria di Merola (Chiesa Matrice)[modifica | modifica wikitesto]

Situata sul lato occidentale di una delle più belle piazze della piana è stata distrutta e nuovamente ricostruita successivamente ai sismi del 1783 e del 1908.
All’interno della chiesa c’è la statua in legno di Santa Maria di Merola (del 1550 circa), la quale si dice sia stata ritrovata fra dei rovi del paese vecchio grazie ad un corvo che continuava a cantare.

Chiesa San Giuseppe[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Giuseppe ed omonima piazza con scalinata

La chiesa di San Giuseppe è situata nell’omonima piazza costituita di scalinate situata nel paese vecchio.
All’interno della chiesa c’è la statua di San Giuseppe, protettore del paese.

Chiesa San Vito[modifica | modifica wikitesto]

In piazza Umberto I sorge la chiesa di San Vito edificata nel XVII secolo per opera di Don Giuseppe Palermo. Al suo interno sono conservate le statue di San Vito, della Madonna e di San Rocco. Non viene detto dei lavori in stucchi fatti da Francesco Morani n.1804 e fratello Vincenzo da Polistena tutt’oggi il lavoro dei Morani si conserva nella loro originale bellezza senza mai restaurati, la chiesa si conservò grazie che è stata sempre chiusa poche funzioni religiosi si praticarono in essa oggi forse viene restaurato il tetto in quanto da anni vi entra l’acqua piovana. In casa Morani a Polistena si conservano i disegni originali, potete ammirarli se possono servire per il restauro. Si dovrebbe dire anche del bambino fatto da Morani Francesco che i Molochesi so che tengono molto al bambino.

Santuario della Madonna di Lourdes e Convento[modifica | modifica wikitesto]

Il Santuario dell’Immacolata di Lourdes (il primo in Italia con detto titolo) lo fece edificare, unitamente al Convento, il cappuccino Padre Francesco Zagari da Scilla su terreno del fratello Mons. Rocco Zagari, parroco del luogo. La prima pietra fu posta dal Cardinale Gennaro Portanova, Arcivescovo di Reggio Calabria, alla cui Arcidiocesi appartenne Molochio fino al 1927. Il 29 giugno 1890, giunto in treno a Gioia Tauro, il porporato proseguì il viaggio in carrozza fino al paese aspromontano per lo straordinario evento. L’inaugurazione, dieci anni dopo, fu rimandata per l’assassinio del Re Umberto I del 29 luglio 1900. Finalmente il 14 settembre 1901, Esaltazione della S. Croce, assistito dai Vescovi di Oppido e Mileto, il Cardinale benediceva il Santuario. Nella chiesa è custodita la statua lignea della Madonna di Lourdes scolpita a Parigi alla fine del XIX secolo e donata dalla contessa Suor Maria Probeck Schlestatd.
Un vascello portò l’effigie alla marina di Gioia Tauro per procedere in forma privata su un carro fino a Molochio. La devozione popolare verso la prodigiosa Immagine, nonché i personaggi e gli eventi che interessarono il Convento sono stati narrati da Padre Silvestro Morabito di Taurianova (1929-2005) nel suo libro: “Alle falde del Trepitò”. Da qualche anno è stato costruito a lato del Santuario un centro per pellegrini chiamato “La casa del pellegrino”.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[7]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L’economia di Molochio è basata sull’agricoltura e soprattutto sulla produzione di agrumi, olive, prodotti caseari e salumi. Resistono anche gli antichi mestieri del fabbro, del “forgiaro”, del marmista, del falegname e del pastore.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade ed autostrade[modifica | modifica wikitesto]

Linee ferroviarie[modifica | modifica wikitesto]

La stazione delle FS più vicina è quella di Gioia Tauro (22 km).

Autobus[modifica | modifica wikitesto]

Il servizio di autobus interurbani è gestito dalle FdC – Ferrovie della Calabria (ex Ferrovie Calabro Lucane) con le seguenti linee:

Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]

Gli aeroporti più vicini sono:

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

L’indirizzo del municipio è Piazza Monsignor G. Quattrone, 1.

È compreso nel circondario di decentramento amministrativo della piana.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat – Popolazione residente al 31 agosto 2015.
  2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
  3. ^ a b Aa. Vv., Giornale italiano di filologia, Editrice Elia, 2005, p. 188
  4. ^ Gerhard Rohlfs, Dizionario toponomastico e onomastico della Calabria, 1974
  5. ^ Aa. Vv., Archivio storico per la Calabria e la Lucania, Volumi 4-5, 1934, p. 32.
  6. ^ Gerhard Rohlfs, Calabria e Salento: saggi di storia linguistica, Editore Longo, 1980, p. 76.
  7. ^ Statistiche I.Stat – ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]